Casa | Studio [interiors.2003]

Un interno nell'interno.

Talvolta i progetti accadono, quasi senza sforzo. E’ ciò che è avvenuto all’interno di questo piccolo spazio di circa 28 mq. Il risultato? Un piccolo studio  e allo stesso tempo uno spazio dove isolarsi: un interno nell’interno. Un ufficio che all’occorrenza può trasformarsi in rifugio abitativo, un “unitè de survivance” per concorsi, nottate o semplicemente per pensare in solitudine. L'intero progetto muove quindi da un'ipotesi: disegnare una casa/studio apparentemente aderente alle esigenze del proprietario, sottolinearne il carattere spaziale in modo da rendere discontinua (e quindi non scontata) la percezione dello spazio. Il ruolo del dettaglio, in questo caso, diviene un semplice approfondimento di scala, da verificare in alcuni punti significativi. Dettaglio risolto con inventiva coincidente con i semplici elementi strutturali e di arredo: la centralità di una parete che si trasforma in schermo di proiezione all’occorrenza, le “porte-pannello” a tutt’altezza che si lasciano trafiggere da “lame di luce” al calar della sera, le adiacenti librerie che ne proseguono e rafforzano il disegno, il gioco di specchi che raddoppia gli arredi e gli spazi oltre a proseguire le linee orizzontali delle mensole sul muro, il leggìo che con una veloce rotazione si trasforma in piano di appoggio (ad esempio per un proiettore). Infine l’accento posto su alcune funzioni, ad esempio i quadri realizzati con stoffe disegnate da architetti come Charles & Ray Eames o Verner Panton enfatizzate in questo nuovo utilizzo, come per sottrarle ad una scontata quotidianità. Ciò che prevale è l’uso della linea retta, sinonimo di chiarezza e semplicità, economia, astrazione, la prevalenza dei piani bidimensionali, sempre fortemente accentuati: setti murari, pavimentazioni in gomma, come per gli spazi pubblici, che accrescono il senso di sconfinamento fra interno ed esterno. Nonché il ruolo centrale assegnato alla luce, naturale o artificiale, con la quale il progettista gioca modulandola diffusa, morbida, in costante dialettica con l’ombra. Ma anche l’abolizione di ogni colore,che ne deriva dai materiali stessi, con il prevalere dei diversi toni del bianco (nei muri come nelle opere in ferro o negli arredi), dei toni caldi del legno (ad esempio “il legno di pino” nella libreria a parete o nello spazio letto) e del grigio antracite del pavimento. Un lusso dato dalla perfezione dei particolari.

An inside of the inside.

Sometimes projects happen, almost with no effort. This is what happened at the inside of the space of about 28 square metres.The result? A small office and at the same time a place to be isolated: an inside of the inside. An office that when needed can be transformed in a living shelter, a “survival unit” to give oneself, all-nighters or simply to think in solitude. The entire project asks for a hypothesis: designing a house /studio apparently adherent to the needs of the owner, underlining the space character so to make the perception of space discontinuous (and so not granted). The role of details, in this case, becomes a simple deepening of scale, to verify in some significant points. A detail that is solved with creativity coincident with simple structural elements and home decorating: the centre of the wall that is transformed in a projecting screen when needed, the “door-panels” in all their height that is pierced through by “blades of light ” at sunset, the nearby shelves that continue and reinforce the design, the mirror effects that doubles the decorations and spaces besides following the horizontal lines of the wall shelves, the reading desk that with a fast rotation is transformed into a top (for example for a projector). At last the accent placed on some functions, for example the paintings made with material designed by architects like Charles & Ray Eames or Verner Panton emphasised in this new use, as to subtract them to a granted dailyness. What prevails is the use of the straight line, synonym of clearness and simplicity, economy, abstraction, the prevalence of bi-dimensional shelves, always strongly accentuated: seven walls, rubber floors, like in public spaces, that increase the sense of border violation between inside and outside. Let alone the central role assigned to light, natural or artificial, with which the projector plays modulating it diffused, soft, in constant dialectic with shadows. But also the abolition of all colours,that derives from the materials themselves, with the prevalence of different tones of white (on the walls like in the works of iron or in the decorations), from the warm tones of the wood (for example “the pine wood ” in the wall shelves or in the bed space) and the anthracite grey of the floors. A luxury given by the perfection of details.